Disturbi depressivi

La depressione è un’alterazione dell’umore, caratterizzata da tristezza, senso di solitudine, mancanza di speranza, contrarietà, sensi di colpa e dubbi.
Alcuni individui possono provare questi sentimenti in modo occasionale, mentre altri hanno episodi più frequenti o con effetti che sono duraturi nel tempo: la depressione può infatti durare mesi o anni. Può presentarsi in maniera lieve, moderata o grave e va opportunatamente valutata per evitare una cronicizzazione nei casi lievi e moderati. Il pensiero depressivo pervade non solo l’emotività e lo stato fisico, ma anche la cognizione della persona. Pensieri depressogeni sono pessimisti, negativi, passivi, di sconforto, di senso di fallimento, di abbandono, sono subiti senza reagire. Esempi possono essere: “è solo colpa mia, me lo merito!”, “non c’è niente da fare”, “non ce la farò mai!”, “è tutto perduto”, “capitano tutte a me”, “non merito di stare bene”, “se è andata bene è solo per fortuna o perché è capitato”, fino ad arrivare nei casi più gravi a pensieri di morte o pensieri suicidari. Dobbiamo, però, distinguere fra depressioni e stati depressivi che fanno parte di esaurimenti, di energie che si consumano e di situazioni ed eventi vissuti.

Un esempio riscontrato spesso, è la depressione nelle donne che hanno partorito, nei mesi successivi al parto. Una volta raggiunto lo status che nella mente è stato desiderato, vissuto con intensa emotività, la donna non ha più energie da riversare all’esterno, si sente in un certo senso priva di uno status, delle emozioni, delle attenzioni che aveva dato senso alle sue giornate fino al momento del parto, ma che non ci sono più. In questo caso si osserva il Baby Blues, uno stato indefinibile di malinconia, tristezza, irritabilità e inquietudine, che raggiunge il picco 3-4 giorni dopo il parto e tende a svanire nel giro di pochi giorni (15/30 giorni), dovuto anche al calo ormonale, è assolutamente nella norma. Diversa è, invece, la condizione della Depressione post partum che emerge a distanza di qualche settimana/mese dal parto, comporta profonda tristezza e sconforto, perdita di energia, anedonia e può presagire un quadro più complesso della situazione depressiva che è da attenzionare seriamente.

Lo stesso possiamo dire, può avvenire ad un uomo che lavora per tutta la sua vita e dinnanzi al momento del meritato riposo e alla pensione, si sente inetto, di non essere capace più di nulla, rifiutato e si lascia andare ad una forma di malinconia che lo vede ritirarsi dalle attività quotidiane sociali, familiari o quant’altro, nonostante i frutti del suo lavoro. Ancora un altro esempio è la cosiddetta sindrome del nido vuoto, che viene vissuta da genitori che vedono i figli prendere la loro strada, andando via da casa e che causa ad alcuni il senso di perdita, di depressione per aver investito in qualcosa di molto importante che si sta allontanando ma che è assolutamente normale e fisiologico.
La conseguenza diretta sulla percezione della realtà quotidiana, è che la persona depressa, si focalizza solo sugli aspetti negativi di questa, evitando così di reinvestire energie su altre attività che potrebbe svolgere.
I manuali diagnostici un tempo facevano rientrare sia i disturbi depressivi che i disturbi bipolari in un’unica diagnosi, quella dei “disturbi dell’umore”. Attualmente i due tipi sono distinti, per cui si fa rientrare la depressione nei disturbi depressivi distinguendoli dai disturbi bipolari. Il tono dell’umore è il tono emotivo di base delle persone, che oscilla tra due estremi, la tristezza e l’euforia e che condiziona il fluire delle emozioni, dei sentimenti, delle idee. L’umore è dato dall’equilibrio che determina l’alternarsi di gioie, contentezza, soddisfazioni con infelicità e dolori: questi sentimenti rappresentano la risposta interiore che diamo agli eventi esterni.
La depressione può essere il risultato anche di una perdita, di un lutto, di una separazione da una persona amata o di una situazione complessa per la quale non si intravede via di uscita, come la disoccupazione, una malattia, l’isolamento sociale e affettivo, diverse frustrazioni, anche se, per alcune situazioni (come per esempio il lutto), il processo è molto più complicato e deve tener conto di molteplici fattori come per esempio l’età della persona, la relazione instaurata con il defunto, eccetera.

Se la persona è cosciente delle cause che hanno portato alla sua depressione, si può pensare che con un aiuto adeguato e in un periodo di tempo ragionevole questa possa superare la sua depressione.

Ci sono persone che sono maggiormente esposte al rischio di soffrire di stati depressivi:

• persone che hanno casi in famiglia di depressione
• persone che vivono una vulnerabilità emotiva e che accumulano eventi avversi
• persone che ne hanno già sofferto in passato
• persone che abusano di alcol, farmaci e droghe
• persone che sono sottoposte costantemente ad eventi stressanti
• persone che hanno una situazione sociale particolare (anziani, disoccupati, emarginati, emigrati)
• persone portatrici di handicap
• situazioni di isolamento post pandemia da Covid 19

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